Rock fucks “The Pops”: storie di playback, critiche e ironia

La scorsa settimana arriva l’annuncio: sabato 5 febbraio i Verdena saliranno sul palcoscenico di Top of the Pops, storica trasmissione Uk scimmiottata dal servizio pubblico italiano.

Un riassunto del programma per chi non lo conoscesse. Presentatori di serie-b dalla faccia di gomma e dalla gonna sempre troppo corta; pubblico che applaude a mo’ di scimmiette ammaestrate ed emette urletti stile teenager in calore; ma soprattutto: esibizioni in playback obbligatorie.

La decisione dei Verdena di partecipare al programma non passa inosservata. Sulla loro pagina facebook nasce una lunga discussione: molti accusano la band bergamasca d’essere “venduta”, alcuni senza usare mezzi termini.

Ma che succede il sabato pomeriggio?

I Verdena si presentano sul palco “armati” di mini strumenti giocattolo. Omid sta a terra e suona una pianola stellata, Roberta e Luca si dimenano con i loro due strumenti undersize, e  Alberto (esilarante!) indossa una maglia dei Betoschi, imbraccia una chitarrina e si mette in ginocchio con le scarpe poggiate alle ginocchia in modo da sembrare un bambino.

La scenetta dura 3 minuti, il tempo di Razzi Arpia Inferno e Fiamme – primo singolo tratto da Wow di cui abbiamo parlato un po’ di post fa – e nel giro d’un paio d’ore fa il giro del web… E tutti a dire: “Bravi”, “Geniali”, “Loro sì che sono alternativi”.

Due riflessioni sulla questione:

1)     La vicenda dimostra ancora una volta che chi ama la musica rock troppo spesso si chiude dietro visioni apocalittiche, controproducenti e adolescenziali. Perché un gruppo non dovrebbe suonare laddove gli viene data la possibilità di farlo? I Beatles non rifiutarono né le riprese del loro sbarco in USA, né i vari Ed Sullivan Show.

E rifiutare i media è una forma di chiusura mentale, oltre che di suicidio commerciale.

Delle tante, l’unica critica sensata mi pare quella del playback: un malcostume del rapporto musica-Tv. Tuttavia, se si riesce ad aggirarlo, come in questo caso, allora ecco che si esce brillantemente dal problema: una scelta un po’ cerchio-bottista forse, ma tutto sommato una buona pubblicità che peraltro induce un sorriso e fa riflettere sulla banalità di alcuni cliché della musica popular. Il che non è una cosa da poco.

2)     La seconda riflessione è un piacevole sguardo al passato alla ricerca di similitudini e differenze. I Verdena – ovviamente! – non sono i  primi a buggerare Top Of The Pops. Lo fecero i Nirvana, all’inizio dei ’90, cantando una versione morriseyana di Smells like teen spirits e palesando il fatto che non stavano suonando davvero. E lo fecero i fratelli Gallagher, che si scambiarono i ruoli in modo da evidenziare che si trattava di un playback.

Due bei momenti della storia del pop in TV.

A differenza del caso di Brian Molko, che distrusse la sua chitarra sul palco dell’Ariston (Sanremo 2011), atteggiandosi a divetta dannata del rock. Quella sì che è una scelta ridicola, che mi fa dire: “Caro Brian, se l’Ariston e il suo playback non ti piacevano: CHE CE SEI VENUTO A Fà?”

Questo il mio pensiero del giorno. Adesso: a te la parola.

Questa voce è stata pubblicata il 7 febbraio 2011 alle 8:20 PM. È archiviata in Pop '10, Preistoria '70-'80-'90, Rock-Indie '10, Segnali dai '10 con tag , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

7 pensieri su “Rock fucks “The Pops”: storie di playback, critiche e ironia

  1. Orgi in ha detto:

    Quoto a pieno questo post, la vera musica in generale (e il rock in particolare) è completamente incompatibile con il concetto di “playback” ed esibizioni-vetrina e l’unico modo per conciliare pubblicità e arte è proprio la presa per il culo! Grandissimi Verdena!
    Ps: nel tuo elenco dei boicottaggi al playback manca la performance dei Muse dalla Ventura; decisamente una grande mossa per i primi e una immensa figura di merda per la seconda! 😉

  2. Perfettamente d’accordo.

    • Mattia in ha detto:

      Daniè prima di andare a Lanzarotto, voglio un post sul nuovo singolo degli Skunk Ununsie, che assieme al primo Sole, al Festival di Sanremo e alla Fiera di San Giuseppe, mi fa assaporare il primo odore della Primavera! 🙂

  3. Nooooo c’erano i Verdena a prendere in giro Top of the Pops e non lo sapevo !!!!!

  4. Hai proprio ragione.
    L’unico modo di andare a programmi del genere è con l’intenzione di gabbare la loro stupida idea di playback.
    Allora meglio Scalo76, no?

    • @casadivetro: decisamente meglio Scalo 76, sì sì. La programmazione musicale di Raidue ha subito tanti cambiamenti, ma è andata peggiorando. Alla fine lìha spuntata TOTP, e di peggio non si poteva.

      @Orgi: vero, grandi i Muse, volevo limitarmi ai casi TOTP, ma hai ragione nel dire che quello è meraviglioso, soprattutto considerando che ad essere gabbata era “comedireèveroeccho”la Simonona nazionale. 😀

      @ Titu, provo a pensarci su… vediamo cosa esce fuori. 🙂

  5. Pingback: Perché la retorica del “non sono più quelli di una volta” ammazza la musica | Goodbyezero

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