I 5 tipi di poser-musicofili che io e Gbø odiamo.

5 tipi di poser-musicofili che odioSarà capitato anche a te di parlare di musica con qualcuno ed essere infastidito dal suo riproporre discorsi già sentiti altrove da altre bocche, dal suo adeguarsi a uno stereotipo di musicofilo già incontrato.

A me e a Gbø è capitato spesso. Ed ecco una lista dei 5 poser-musicofili che proprio non sopportiamo.

1) Il “senza virtuosismo non è musica”. Categoria che comprende tutti i metallari e buona parte dei seventies addicted. Il membro-tipo di questa specie considera la velocità delle dita di una mano un fattore direttamente proporzionale al valore della musica. Non ascolta canzoni che non abbiano assoli di chitarra; col risultato che spesso finisce per ascoltare i Van Halen e i Dream Theater (coraggioso!).

– Segni particolari: Lo si riconosce per via delle magliette nere e oversize di band metal e per i capelli lunghi, spesso molto lunghi. Anche se alcuni di loro – purtroppo non tutti – decidono di ridefinire il loro look quando Sansone lascia il posto a Cesare Ragazzi.

Per buggerarlo: cantagli “Non ha mai fatto male un riff elementare Gbø manda al mare le mode metallare” mentre dai fuoco alla discografia di Steve Vai.

2) Il rock-elitario. Questo poser-musicofilo ascolta solo musica rock e bolla dance ed elettronica come una pena infernale – e spero sia il suo contrappasso. Odia i Dj, di cui non capisce la funzione dietro la consolle. In realtà non capisce neanche cosa facciano i direttori d’orchestra, ma per non mettersi contro chi è più elitario di lui – gli amanti della musica classica – fa finta di capire e apprezzare. Considera la chitarra elettrica l’unico strumento degno di essere suonato; pensa che Bjork sia decente solo quando duetta con Skin e PJ Harvey; e poi nel suo delirio rock finisce per ascoltare i Kings of Leon.

– Segni particolari: Il look può essere molto vario, ma tranquillo, la spocchia da rocker dannato ti aiuterà a riconoscerlo.

– Per buggerarlo: digli “I primi album dei Beatles sono pop… E i Pink Floyd negli anni ’90 hanno fatto grandi cacate!” Che poi è la verità.

3) L’anti-italiano. Cresciuto con i miti americani e inglesi, ritiene che De Andrè sia un surrogato italiano di Bob Dylan al pari di Toto Cutugno, mentre idolatra quel tamarro di Bruce Springsteen e quel “benefattore” con le manie di onnipotenza di Bono Vox solo per via della loro carta d’identità.

– Segni particolari: se non è vestito da mod inglese sarà vestito da byker americano. Ma se il look non ti aiuta, tranquillo c’è dell’altro: spesso non sa parlare in italiano, ma compensa cantando le sue canzoni preferite scandendo tutte le parole (“sooo-so-you-think-you can-tell…”) per fare vedere che le conosce davvero bene.

– Per dargli una lezione: Traduci per lui le canzoni di Elvis Presley. Ma mentre lo fai chiama il 118. Bene che gli va sviene. Se vuoi solo divertirti – lasciando da parte gli impegni pedagogici – prestagli un album dei Lacuna Coil. Ci cascherà che è una meraviglia.

4) Il nostalgico. Poser-musicofilo che spesso si fonde nel secondo profilo. Vive nel passato e considera la collocazione temporale degli artisti l’unico fattore per stabilire chi può essere ascoltato e chi no. In genere questa età dell’oro sono gli anni settanta. L’appartenente alla categoria pensa che la musica sia finita con la morte delle tre J; ritiene che comprare un album contemporaneo sia un sacrilegio nei confronti dei Deep Purple; e pensa anche che i primi album di una band – anche la peggiore cacca dell’universo – siano sempre i migliori. Ritiene che questo blog sia una merda totale.

– Segni particolari: Anche in questo caso il look non è uniforme, ma lo riconosci per l’uso reiterato dell’imperfetto – che poi è il tempo delle favole.

– Per buggerarlo digli: “C’è un blog che potrebbe piacerti tanto, si chiama GoodbyeZero.” Tiè!

5) Il The next big thing: D’altro canto c’è anche chi vive solo nel futuro – nemmeno nel presente dato che gli puzza già di vecchio. L’individuo medio di questa specie ascolta solo gruppi il cui nome comincia con l’articolo The e considera il NME come una Bibbia e i suoi punteggi come verità rivelate. Infine è affetto da un deficit mnesico: ascolta qualsiasi cagata gli venga proposta da MelodyMaker, dimenticando però quella del giorno prima.

– Segni particolari: il ciuffo e i pantalony skinny, ma mi sa che quando leggerai questo post le cose saranno cambiate(!)

Ecco, questi sono i 5 tipi di poser-musicofili che io e Gbø odiamo con tutto il nostro cuore. A questo punto una domanda mi sorge spontanea… E noi che tipo di musicofili siamo? 😮

Questa voce è stata pubblicata il 17 gennaio 2011 alle 12:13 AM. È archiviata in (sub)CULTure, Anni Zero con tag , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

17 pensieri su “I 5 tipi di poser-musicofili che io e Gbø odiamo.

  1. Welcome to the urban jungle, we got fun n’ games!

    Difficile classificare se stessi, fare anche un po’ di autocritica davanti ai modelli-poser.
    Ci penserò, però il peggiore è sempre quello che considera NME come una Bibbia: non si può…

  2. ringrazio per la dedica 😀

  3. Non saprei proprio dire che tipo di musicofila sono; dovendo fare autocritica direi che mi sono riconosciuta un po’ nella frase “bolla dance ed elettronica come una pena infernale”, ma, lo giuro, non ho niente a che fare con il resto della descrizione in cui la frase era inserita!

    Per quel che mi riguarda, trovo particolarmente fastidiosi gli appartenenti alla categoria “The Next Big Thing”.

  4. Pure per me la dance è una pena infernale (ci rientra anche l’house giusto ?) però i direttori di orchestra li apprezzo…che faccio, rientro comunque in questa categoria ? 🙂

  5. Ci metterei anche chi proprio non ne capisce un cazzo di niente 🙂

    • @Morrigan e Frate81: anche io mi sento un po’ un rocker-elitario… ma pentito. Ho sempre ascoltato tanto rock, fin quando ho capito che rischiavo di raschiare il fondo del barile (marilyn manson) e di perdermi intanto della gran roba pop e dance.
      @ Frate81: ebbene sì, se tolleri la classica e non la musica pop-dance sei un rocker-elitario 😛

  6. Bax in ha detto:

    Voi? Facile…la più temibile di tutte le categorie: il blogger-musicofilo…

    Si scherza eh, complimenti per tutto!

    P.S. Ma per buggerarlo ‘sto blogger-musicofilo??? 🙂

  7. Non mi riesco a categorizzare in nessuno di questi tipi e, a questo punto, dico: per fortuna! Così son sicura di star simpatica a te e Gbo. Mi sento una composita in musica come nella vita 🙂 🙂 🙂

  8. Alessandra in ha detto:

    Io ti adoro! Ma come ti viene in mente? Sei un mito!

    Allora, credo tu abbia dimenticato una categoria.

    Come tu ben sai io sono la regina della critica di costume e mi sembra che qui, seppur attraverso un percorso deviante, è quel che sei arrivato a fare (chettepossino!) Quindi mi permetto di fare questo appunto.

    La categoria in questione, alla quale magari potremmo trovare un nome insieme, per quanto riguarda i generi musicali abbraccia dall’electro funk tipo LCD Sound System e Chromeo, alla New Weve tipo The Gossip, Franz Ferdinand e tutti quei gruppi filo Clash per intenderci, ma chissà perchè coglie anche i ritmi house, quelli con sfumature più underground che fanno più sobborgo e meno cagone.
    Per quanto rigurada l’abbigliamento tipo, i soggetti in questione vestono perlopiù da H&M e indossano jeans skinny o leggins, prevalentemente neri; camice da boscaiolo e kefia alla Kanie West. Inoltre spesso sono tatuati pesantemente, portano occhiali filo Arisa o Clark Kant. Molti di loro sono gay, bisessuali o si figono tali o comunque hanno quell’aspetto che fa trasgressivo a livello sessuale anche un po’ sadomaso(trucco pesante sugli occhi, rossetto rosso, piercing sul viso, capelli neri neri, biondissimi o rosso fuoco…)
    E’ chiaro no? Come li chiamiamo?

    ps scusate per gli errori nei nomi che probabilmente ho fatto.

    • @Bax: Eh modi per buggerarlo ce ne sono, basta trovarli, ma ce ne sono. Mi raccomando una volta trovate, aspetto critiche anche caustiche! Intanto, benvenuto! 😉

      @Gloria: dici bene. Perché non importa quanto ne sai di una determinata cosa, ma quanto sei disposto a sapere. La versatilità e l’apertura (mentale) sono tutto… Ehi voi non pensate male! 😀

      @Alessandra: e non sapevi che sono appassionato di sottoculture giovanili? Tra l’altro c’è una specifica categoria per questi post che si chiama (sub)CULTure. Ecco il primo post di questa categoria: https://goodbyezero.wordpress.com/2010/11/26/faziosaviano-insegnano-lelenco-delle-10-cose-che-rappresentano-gli-anni-zero/#more-166

      Entrando nella questione che poni tu. La categoria che descrivi è molto vasta, in pratica il tuo è un bignami degli Anni Zero 🙂 (alcune cose infatti compaiono nel post che ho linkato), ma se guardi bene è rappresentata eccome: 😀
      Ed è la quinta categoria, che poi sono quelli che usiamo definire “indie”, definizione slabrata che con questo blogzine mi piacerebbe un po’ vagliare.. Ok, ok, io mi sono concentrato sullo snobismo musicale e sulle riviste sacre alla sottocultura e ho parlato di The Next BIg Thing, ma le specifiche sul look che aggiungi tu calzano a pennello all’INDIviduo medio della categoria: che indossa gli occhiali alla Woody Allen, jeans skinny, cardigan neri, ciuffo, camice da boscaiolo, veste da H&M, legge Pitchfork, Melody Maker….

      E dopo questo elenco, in cui mi sembra di rivedere tante cose familiari, capisco che forse sto traghettando dalla seconda alla quinta categoria.
      Ecco Bax ora hai una risposta! 😛

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  10. Li ho incontrati tutti, ma il peggiore è il numero 5. E dirò che questi si sono anche aggiornati, avendo ormai acquisito il metodo il NME non se lo filano più e si improvvisano impresari, inventandosi next big things di sana pianta che anche il NME bolla come cagate colossali. Il peggio del nex big thing addicted è la sua evoluzione ed anzi i scarsi consensi della “Bibbia” servono poi come alibi per dire che “ma non è affatto vero, non c’è nessun hype in giro, guarda il NME gli ha dato 6”. Eh già, tutta farina del suo sacco. Ma va là va là.

    Il mio stereotipo è l’incrocio tra il n° 4 e il musicofilo “assaggino”, visto che non costa niente butta l’occhio un po’ qui e un po’ là, assaggia e se la cosa lo incuriosisce approfondisce altrimenti passa oltre. Direi musicofilo da reparto gastronomico con tanto di assaggini :).

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